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Una giornata in un villaggio operaio di fine 800: Crespi d’Adda

Ultimata la giornata di lavoro, l’operaio deve rientrare con piacere sotto il suo tetto: curi dunque l’imprenditore che egli vi si trovi comodo, tranquillo ed in pace; adoperi ogni mezzo per far germogliare nel cuore di lui l’affezione, l’amore alla casa.. Chi ama la propria casa ama anche la famiglia e la patria, e non sarà mai la vittima del vizio e della neghittosità. I più bei momenti della giornata per l’industriale previdente sono quelli in cui vede i robusti bambini dei suoi operai scorrazzare per fioriti giardini, correndo incontro ai padri che tornano contenti dal lavoro; sono quelli in cui vede l’operaio svagarsi ed ornare il campicello o la casa linda e ordinata; sono quelli in cui scopre un idillio o un quadro di domestica felicità; in cui fra l’occhio del padrone e quello del dipendente, scorre un raggio di simpatia, di fratellanza schietta e sincera. Allora svaniscono le preoccupazioni di assurde lotte di classe e il cuore si apre ad ideali sempre più alti di pace e d’amore universale.”
Silvio Crespi
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Riposano – i Crespi – nella maestosa tomba di famiglia  che, per lo schema architettonico con la quale è stata concepita e costruita, sembra aprirsi in un simbolico abbraccio affettuoso rivolto alle altre tombe. 
Sono gli operai della fabbrica di famiglia ai quali non garantirono solo un lavoro, ma anche un paese dove abitare, una casa, istruzione per i figli, un dopo scuola nei mesi estivi mentre i genitori erano al lavoro, controlli sanitari e poi rappresentazioni teatrali e divertimenti a prezzi agevolati. 
Ed infine, anche una degna sepoltura nel cimitero situato proprio al termine del paese, sul finire del grande viale alberato.
 
From the cradle to the grave – dalla culla alla tomba – le parole che potrebbero essere il titolo di questa favola di fine 800 – che favola non è – e di cui si conservano ancora i segni tangibili dell’esistenza.


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Siamo in provincia di Bergamo, e Crespi d’Addapatrimonio UNESCO – rappresenta un esempio di villaggio operaio di fine 800 ancora oggi ben conservato ed abitato.
I padroni dell’opificio, menti illuminate, ispirandosi alla mentalità inglese, costruirono una vera e propria cittadella intorno all’azienda tessile di famiglia garantendo così agli operai ed ai loro famigliari, condizioni di vita dignitose .
I Crespi, simbolo dell’autorità  e, allo stesso tempo, della benevolenza verso i lavoratori, compresero che per ottenere il massimo della produttività fosse necessario garantire ai loro dipendenti una serenità materiale e spirituale.
Ecco quindi che ad ogni famiglia venne assegnata, in cambio di un affitto simbolico, una casa 
 
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con un orto da coltivare
 

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e poi venne costruita una scuola dove far studiare tutti i figli dei lavoratori e dove tutto era fornito dalla ditta: grembiuli, libri, quaderni, penne, persino la refezione e l’alloggio per gli insegnanti.
 
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Si costruirono anche dei lavatoi pubblici forniti di acqua calda  dove le donne potevano andare a lavare i panni anche in inverno
 
 
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ed ancora un albergo, una piscina coperta gratuita con acqua calda,  la chiesa, le docce pubbliche, un ospedale, una cooperativa, un campo sportivo, un teatro, e, in una zona più discreta e protetta, anche le villette dei capireparto e le ville per i dirigenti.
E, come se non bastasse, a Crespi, per la prima volta in Italia, comparve il sistema di illuminazione moderno Edison ed anche una linea telefonica privata che collegava direttamente il paese con Milano. 
Da qui il motivo per il quale, pur essendo in provincia di Bergamo, ancora oggi, chi vi abita ha prefisso 02 come a Milano.
 
Tutte le costruzioni vennero disposte intorno alla fabbrica posta al centro del paese, nel mezzo del lungo viale alberato che termina con il cimitero.
Solo due abitazioni, data l’importanza di chi vi abitava, si trovavano sulla collina ed erano rispettivamente quella del medico e quella del parroco.
 
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e poi, da un punto ancora più alto, il castello dei Crespi 
 
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Photo credits: www.villaggiocrespi.it
 
che dominava su tutto e su tutti e dal quale, si dice, aperta una finestra, volgendo lo sguardo verso la chiesa, fosse possibile vedere l’altare…
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Bisogna visitare così crespi d’Adda….cercando di ascoltare le storie che la resero viva in passato…
E’ bellissimo e allo stesso tempo struggente passeggiare lungo il viale e respirare l’aria di un tempo che fu osservando l’edificio sonnacchioso della fabbrica con il grande orologio ormai fermo da anni…
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E così facendo, abbandonandosi un po’ alla fantasia, pare ancora di vederli, quei due  capitani d’industria – Cristoforo Benigno Crespi ed il figlio Silvio Benigno entrare nella fabbrica con gli abiti “da sciur padrù” (signor padrone) ed i loro baffoni…
Sembra quasi di sentire il rumore assordante dei telai nei grandi capannoni dove ogni giorno donne e uomini si recavano per lavorare
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e pare ancora, dalle finestre degli uffici, di intravedere qualche contabile alle prese con scartoffie e scadenze e pagamenti
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o qualche collaboratore pronto al grande cancello per far entrare le casse di cotone, carico prezioso e necessario per l’ andamento della fabbrica…
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Ed invece la Crespi d’Adda che fu, riposa per sempre dietro il cancello del grande cimitero, là, in fondo al viale…
Il 1929 con il crollo della borsa indebolì la fabbrica e diede inizio alla lenta e progressiva decadenza dell’azienda e del sogno dei suoi proprietari.
 
Oggi Crespi d’Adda è un paesino ancora abitato, in parte dagli stessi discendenti degli operai di allora. 
L’architettura, la disposizione e l’organizzazione del paese è stata mantenuta tale e quale quella di una volta secondo la regola che, chiunque decida di prendervi casa, ha il veto assoluto di modificare la struttura delle abitazioni.
Lasciando il paese, dopo averne appreso la storia, non si può non percorrere il viale alberato che conduce al cimitero.
 
From the cradle to the grave…dalla culla alla tomba…I Crespi si occuparono dei loro operai seguendoli passo passo in ogni tappa della loro vita, sino all’ultimo viaggio, verso il camposanto… 
 
E’ lì che il paese, nel suo sonno eterno, si racconta nell’ultima meravigliosa favola…
E’ lì che l’orecchio attento ascolta il soffio del  tempo, di un tempo in cui il padrone, oltre che essere tale, era anche un signore…
E’ lì che ogni lapide rivive attraverso un segreto da rivelare ed una storia da raccontare…
 
E a noi non resta che ascoltarle tutte….
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Informazioni tecniche
 
Come raggiungere Crespi in auto
 
Crespi d’Adda si trova alla confluenza dei fiumi Adda e Brembo, al confine tra le province di Bergamo e Milano. All’uscita Capriate sulla A4 Milano Venezia seguire i cartelli per Crespi d’Adda.
Il traffico è limitato nei giorni festivi, ma è possibile raggiungere il parcheggio di Piazzale Vittorio Veneto, dotato di servizi igienici pubblici.
 
Come raggiungere Crespi in bicicletta
 
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Una alternativa molto bella è raggiungerla in bicicletta costeggiando l’Adda, come abbiamo fatto noi.
 
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Una passerella ciclo-pedonale circa duecento metri a sud del ponte dell’autostrada collega la sponda Milanese con quella bergamasca.
 
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Arrivando da Milano si percorre la ciclabile del Naviglio della Martesana, arrivando da Lecco la ciclabile del fiume Adda.
I molti punti di collegamento tra le ciclabili e la rete stradale permettono di scegliere un percorso adatto a chiunque o più impegnativo. 
Noi ad esempio abbiamo scelto di partire da Trezzo d’Adda, lasciando la macchina nel parcheggio di via Alzaia. 
 
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Il tragitto di circa 5 Km è alla portata della piccola Matilde, alle sue prime uscite senza rotelle.
Inoltre, lungo il percorso sarà possibile ammirare la Centrale Elettrica Taccani, voluta agli inizi del ‘900 proprio da Cristoforo Benigno Crespi per portare energia elettrica alla fabbrica e al paese.
 
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Per dormire in camper
 
Non ci risulta ci siano AA in loco. 
Tuttavia, abbiamo visto parecchi camper  parcheggiati in Piazzale Vittorio Veneto. 
Si tratta di un parcheggio, pertanto vi consigliamo di chiedere il permesso per sostare. Nelle immediate vicinanze  c’è la sede dell’Associazione Villaggio Crespi d’Adda dove sicuramente potranno darvi informazioni in merito.
 
 
Visite guidate a Crespi d’Adda
 
Per chi volesse visitare Crespi d’Adda consigliamo vivamente la visita guidata.
Attraverso i racconti di chi ha vissuto in prima persona Crespi rivivrete la storia del paese e ne ascolterete i segreti e le curiosità.
Le visite includono anche la visione di un filmato che spiega la vita nelle fabbriche  di fine ottocento e come nacquero i villaggi operai.
E’ consigliata la prenotazione, specialmente nel periodo estivo.
Per informazioni, dettagli ed altri particolari utili, consultate questi siti
 
http://www.crespidadda.it/

 

DUEPERTREFACINQUE.IT
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Daniela

Moglie, Mamma di tre ragazze, insegnante, amante dei viaggi avventura on the road. Montagna, oudoor e tutto il bello che c'è nell'andare alla scoperta di luoghi nascosti

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