Durante la nostra “carriera” di camperisti mi sono sentita dire davvero un po’ di tutto.
C’è chi, col sorrisino ambiguo, ci ha detto che siamo sempre in vacanza a rilassarci, non considerando che il concetto di vacanza in camper è ben lontano dai canoni standard di vacanza rilassante visto che si cucina, si fanno i letti e si riordina esattamente come tutti gli altri giorni della settimana.
C’è chi ci ha detto che tutto sommato viaggiare in camper non ha nessun valore aggiunto visto che poi i parcheggi per noi costano un botto, che questi parcheggi si trovano relegati in angoli sperduti lontani dai reali poli di interesse e che poi ci tocca pagare i mezzi per spostarci. Come se si potesse quantificare il prezzo della libertà e di tutti quei plus che solo l’abitar viaggiando offre. Vi ricordate, ne parlavo nei 10 motivi per scegliere una vacanza in camper.
Ma una delle cose che più mi ha divertito riguarda i bambini. I figli dei camperisti agli occhi di molti rappresentano una categoria senza radici, incapaci di poter stabilire legami e di crearsi delle compagnie durante la vacanza. Sicuramente, rispetto a chi è abituato alle vacanze stanziali o a chi sceglie per anni “stessa spiaggia, stesso mare”, c’è una grande differenza.
Tuttavia il fatto di decidere per le vacanze on the road in camper non significa necessariamente impedire ai bambini di farsi degli amici o di trovare momenti di condivisione anche nelle aree sosta o nei parcheggi. Significa piuttosto regalare loro occasioni diverse di socializzazione, spunti diversi di aggregazione insegnando loro la condivisione di ciò che si ha.
Perché i bambini camperisti molto spesso si accontentano di un pallone per diventare amici. Non importa se in pigiama e ciabatte, quel che importa è giocare insieme prima di andare a dormire. Bambini di lingue diverse che, abbandonata la dinette diventano tutti uguali sotto lo stesso cielo di stelle.
I bambini camperisti si costruiscono modalità di approccio originali ed inedite. Complice il finestrino, un po’ di fiato e le dita delle mani ed il buongiorno diventa un fatto assai originale e tutto da interpretare ingannando la noia.
E intanto che i grandi parlano, crescono le amicizie. Amicizie che durano magari poche ore ma che lasciano segni profondi dentro perché nate dalla condivisione delle piccole cose. Le merende che hanno il sapore di tradizioni geografiche diverse, un saluto al tramonto seduti sull’erba, una partita seduti nelle dinette giocando a giochi magari mai visti prima.
Non servono grandi cose per diventare amici. In genere sono sufficienti i giochi di una volta: un giro in bicicletta, nascondino o semplicemente la voglia di raccontarsi. Basta una serata con il canto dei grilli per accorciare le distanze e regalare a bambini che poche ore prima non si conoscevano il privilegio di diventare amici e di condividere un pezzettino della propria vita.
E quando sarà ora di chiudere la veranda e ripartire, sarà complicato salutarsi ed accettare che sarà la strada a decidere se ci si incontrerà di nuovo o mai più. Baci, abbracci e qualche lacrima scenderà di sicuro sulle gote.
Ma questo fa parte del gioco e della ricchezza di questo modo di viaggiare.
Perchè viaggiare on the road significa essere pronti a tutto, essere capaci di rompere il ghiaccio e di fare dell’incontro un’occasione di crescita e di condivisione.
E se poi tra un biscotto e l’altro, una corsa in pigiama nella rugiada del mattino ed un “cosa stai leggendo di bello?” nascesse l’amicizia quella più profonda, nessun problema! Ci sarà sempre pronta una cartina per pianificare nuovi itinerari e nuove occasioni di incontro. Perchè i figli dei camperisti non sono mai soli!
Dedicato a tutti i bambini camperisti che abbiamo incontrato sulla nostra strada. Che hanno giocato con noi, condiviso merende, tanti momenti felici e che hanno arricchito il nostro cammino!
3 COMMENTS
Famiglia Cuoco
7 anni agoVeramente vi hanno alzato certe obiezioni? Quella sui bambini poi…mah…questa mentalità tutta italiana è proprio assurda, potrei far saltare queste convinzioni punto per punto.
Comunque noi per ora abbiamo usato il camper molto poco in Italia e quel poco mi ha fatto accapponare la pelle, praticamente siamo ghettizzati! E sinceramente non riesco a trovare il reale motivo…
Daniela
7 anni ago AUTHORAnche noi all’estero ci siamo trovati molto bene. Ma devo dire che siamo stati ben accolti anche in tanti angoli d’Italia. Forse all’estero sono più organizzati per noi, quello sì. Quel che conta è crederci sempre e continuare a macinare tanti tanti chilometri. E se ci sono bambini a bordo insegnare a loro la ricchezza di questo modo di viaggiare!
Daniela
7 anni ago AUTHORHai ragione Fabiana! La vita in campeggio è davvero easy: che sia in camper, in tenda o in roulotte, quel che conta è l’atmosfera! Non vedo l’ora di scoprire la bellissima meta che sceglierete e di seguirvi nel vostro regalo di compleanno per il papà! Buoni chilometri! <3