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Al Rifugio Bignami in Alta Valmalenco con bambini

Rifugio Bignami

Il Rifugio Bignami – in alto a sinistra – arroccato sotto al Ghiacciaio Fellaria            (Ph Martino Brambilla)

Io questa meta la aspettavo da tanto.

Il Rifugio Bignami l’ho scoperto una sera di novembre sfogliando una guida del CAI e me ne sono innamorata subito. Ho atteso con ansia che finisse l’inverno e che il sole, con i suoi caldi raggi, sciogliesse la neve caduta e liberasse il sentiero. Ho immaginato i prati spogliarsi del manto bianco per indossare la loro veste color smeraldo. E poi li ho sognati riempirsi di colori all’arrivo della primavera. Ed infine ho provato ad ascoltare con la mente il fragore dei ruscelli che, al disgelo, abbandonano per sempre il ghiacciaio per tuffarsi nei laghi.

E poi, un mattino di luglio sono andata a prendermi tutto quello che avevo sognato sotto al piumone.

Rifugio Bignami

Rifugio Bignami: vista sul ghiacciaio di Fellaria

Sono andata a prendermi quel rifugio nel modo più bello che ci possa essere in montagna: condividendo il cammino con la famiglia e gli amici.

Un cammino fatto di fatica e di pause, di silenzi e di parole, di entusiasmo e di quanto manca?. Un cammino nel nome di una comune passione che si chiama semplicemente montagna.

Quella passione che induce chi va veloce ad aspettare quello che rallenta perché si arriva tutti e soprattutto tutti insieme. La stessa passione che spinge quello che arriva un po’ prima degli altri a stare lì, affacciato in alto al sentiero a fare coraggio a chi ancora non è su.

Piccole regole, grandi gesti che la montagna insegna a chiunque abbia voglia di mettersi in ascolto con umiltà.

Quella stessa montagna che, regalando la passione, sa rendere giustizia alle levatacce la mattina, alla fatica di  raggiungere la meta. Quella passione che mi fa vibrare dentro e che mi induce ad andare oltre i sorrisini e le battutine del “ma chi te lo fa fare” o del “e domani che fatica ti sei organizzata?

Ma io non ci posso fare niente. Non so resistere davanti al richiamo della bellezza delle cime.

Le guardo e mi sento minuscola, mi sento parte di un tutto che pur abbracciandomi stretta, mi fa respirare a pieni polmoni e mi fa volare.

Ecco dunque, in una giornata di luglio, il mio Rifugio Bignami.

Il mio, quello di Andrea, Martino e Marta e di tutti i nostri bambini: Demetrio, Agnese, Irene e Matilde.

Il nostro Rifugio Bignami.

Rifugio Bignami con bambini: il sentiero

Rifugio Bignami

Rifugio Bignami: la diga di Alpe Gera

Il Rifugio Bignami è una meta adatta alle famiglie con bambini. Il punto di partenza dall’Alpe Gera è particolarmente suggestivo in quanto si trova ai piedi di una grande diga. Dal parcheggio sottostante, vi troverete a percorrere un breve tratto che vi porterà dritti dritti a camminare sul suo coronamento dal quale vi immetterete poi sul sentiero che porta al rifugio Bignami.

Rifugio Binami

Rifugio Bignami: la diga dell’Alpe Gera

Il sentiero è prevalentemente al sole e si snoda a mezzacosta lungo la sponda del lago. In alcuni punti è leggermente esposto ma mai troppo pericoloso. Se avete con voi bimbi piccini dovrete solo preoccuparvi di tenerli per mano, ma nulla di particolarmente rischioso. La pendenza che vi porterà a percorrere i 400 metri di dislivello sarà sempre bene o male costante tranne l’ultimo pezzo che vi chiederà in modo un po’ più prepotente l’ultimo sforzo.

Rifugio Binami

Rifugio Bignami: il sentiero nel punto leggermente esposto

Rifugio Bignami

Rifugio Bignami: il sentiero

Rifugio Bignami

Rifugio Bignami: il sentiero costeggia il lago regalando un panorama mozzafiato

Il tempo di percorrenza in montagna è sempre molto soggettivo. Le indicazioni dicono un’ora e mezza. Noi ci abbiamo messo decisamente di più nel pieno rispetto dei ritmi del gruppo, delle tappe dedicate alle foto e dei momenti dedicati allo stupore.

E poi, una volta arrivati, lo spettacolo e la meraviglia alla quale, in montagna non ci si abitua mai…il rifugio, il ghiacciaio, i tonfi delle micro valanghe che si staccano dalla roccia ed il fragore della cascata che con prepotenza abbandona i ghiacci per tuffarsi nel lago sottostante. Uno spettacolo che lascia senza parole e che toglie ogni volta il fiato.

Rifugio Bignami

Rifugio Bignami: le seraccate del ghiacciaio di Fellaria

Rifugio Bignami

Rifugio Bignami: valanga che cade dal ghiacciaio

Rifugio Bignami

Il Rifugio Bignami

Rifugio Bignami cosa fare con i bambini

Raggiunto il rifugio potrete finalmente rilassarvi e godere del paesaggio da 2400 metri di altezza! Intorno al rifugio troverete dei prati dove giocare con i vostri bambini anche se vi consigliamo di non lasciarli mai soli dal momento che vi trovate in un ambiente d’alta montagna con zone esposte e potenzialmente pericolose. Esplorate insieme a loro la zona e godete delle bellezze che questo luogo vi offre.

La vista sul lago con la croce che domina su di esso

Rifugio Bignami

Rifugio Bignami: la croce che domina sulla diga

Lo sperone di roccia con le bandierine tibetane e con l’ometto di pietra

Rifugio Bignami

Rifugio Bignami: le bandierine tibetane al cospetto del ghiacciaio

Poco distante dal rifugio potete spingervi all’Alpe Fellaria e, poco più in alto, ammirare in luglio e agosto la splendida fioritura lanuginosa degli eriofori

Se poi, dopo tutto questo camminare vi venisse fame, c’è sempre lo chef del rifugio che delizierà il vostro palato con i piatti della tradizione: polenta, sciatt, pizzoccheri, carne alla brace e molto molto altro!

Rifugio Bignami

I piatti della tradizione. Ph Martino Brambilla

Rifugio Bignami: sentieri per il ritorno

dettaglio

Se avete con voi bambini piccoli o poco abituati a camminare vi consigliamo lo stesso itinerario della salita.

Se invece preferite il giro ad anello e i vostri bambini sono disposti a camminare ancora per almeno altre due ore, allora, seguite le indicazioni per l’Alpe Gembrè e proseguite sino all’inizio della diga preparandovi a godere di un itinerario davvero suggestivo. Questo sentiero, conosciuto anche come il Giro della Diga (compie tutto il suo perimetro) è molto suggestivo ed avvincente in molti suoi passaggi. Prima di intraprenderlo, tuttavia, chiedete al rifugista se tutti i passaggi sono liberi dalla neve. Solo se percorribile completamente, avventuratevi e preparatevi a vivere emozioni grandi.

Attraverserete ponti sospesi su cascate fragorose

Rifugio Bignami

Vi troverete al cospetto di paesaggi lunari attraversando rocce levigate e dalle forme gentili

Rifugio Bignami

e poi attraverserete gallerie scavate nella roccia e pertugi in mezzo a speroni che si affacciano sul lago

Rifugio Bignami

Vi fermerete all’Alpe Gembrè e, seduti in mezzo alle capre e alle mucche, assaporerete l’atmosfera bucolica di un tempo. E vi sembrerà di essere entrati come per gioco in un capitolo del libro di Heidi.

Rifugio Bignami

Alpe Gembrè

Rifugio Bignami

Alpe Gembrè

E se tutto questo non bastasse, dopo tante emozioni, al calar della sera sentirete solo il bisogno di fermarvi e di ascoltare il silenzio della montagna.

Perché davanti a certi spettacoli non servono le parole, bastano gli occhi ed un cuore grande per tenere dentro tutte le emozioni, che dite voi?

Rifugio Bignami

Il lago e la diga al crepuscolo. Ph Martino Brambilla

Rifugio Bignami: Informazioni tecniche

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Il Rifugio Bignami si trova nel cuore della Valtellina. Si tratta di un rifugio storico molto importante perché si trova a passare proprio sul sentiero dell’ Alta Via della Valmalenco. La diga dell’Alpe Gera, il punto di partenza per il Bignami fu costruita nel 1958 e, con i suoi 174 metri di altezza è la diga in esercizio più alta d’Italia.

DETTAGLI TECNICI DEL SENTIERO

Rifugio Bignami

Il grande parcheggio sotto alla diga di Gera

Partenza: Alpe Gera – m 2010

Arrivo: Rifugio Bignami – m 2385

Dislivello: m 385

Tempo (soggettivo): 1, 30 ore

Acqua lungo il percorso: assente

Arrivate con l’auto sino a Campo Moro, superate il parcheggio del Bar Poschiavino e proseguendo dritto raggiungete il grande parcheggio sotto la diga di Alpe Gera. Lasciate l’auto e proseguite a piedi sino ad arrivare in cima alla diga dalla quale parte il sentiero.

Rifugio Bignami: dove dormire in camper

La strada che porta a Campo Moro è un budello di curve che metterà a dura prova il vostro stomaco senza contare che dovrete attraversare diverse gallerie piuttosto buie e scavate nella roccia. Tuttavia siamo riusciti ad arrivare a destinazione con il nostro camper senza grossi problemi se non nell’ultima parte quando abbiamo incrociato una macchina e, con calma e pazienza, abbiamo dovuto fare diverse manovre per poter passare. Per scoprire se con il vostro mezzo riuscirete ad arrivare a destinazione, considerate che i cartelli stradali indicavano i limiti di 3,3 m in altezza e 9,50 in lunghezza.

Rifugio Bignami

Le gallerie sulla strada che portano a Campo Moro

Una volta giunti a Campo Moro, non sapendo esattamente come fosse la strada fino all’Alpe Gera (avevamo letto che era sterrata), abbiamo preferito dormire nel parcheggio sottostante il Rifugio Poschiavino Da quel punto è possibile addormentarsi godendo della vista della diga. Un vero spettacolo che sarà solo il preludio della giornata che vi aspetterà. Per chi volesse, vi informiamo che è possibile raggiungere anche il grande parcheggio sotto all’Alpe Gera e dormire lì, lo abbiamo verificato successivamente di persona. La strada è sterrata ma percorribile senza grosse difficoltà.

Rifugio Bignami

La Diga Alpe Gera by night

Rifugio Bignami: dove dormire la sera prima dell’escursione (per chi non ha il camper)

Due ottimi punti di riferimento sono il Rifugio Poschiavino ed il Rifugio ZoiaIn posizione comoda per la vostra escursione, vista mozzafiato sulle due dighe più alte d’Italia, cucina casalinga ed una notte da sogni d’oro per tutti!

3

Chi più alto sale, più lontano vede;

chi più lontano vede, più a lungo sogna.

(Walter Bonatti )

Dedicato ai nostri speciali compagni che hanno condiviso con noi il cammino verso questo rifugio! <3

 

 

DUEPERTREFACINQUE.IT

Daniela

Moglie, Mamma di tre ragazze, insegnante, amante dei viaggi avventura on the road. Montagna, oudoor e tutto il bello che c'è nell'andare alla scoperta di luoghi nascosti

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7 COMMENTS

  • Guido

    Ciao Daniela, ti leggo da un po’.
    oltre ad essere padre di due bambini di 10 e 7 anni, sono anche un accompagnatore del Cai, settore giovanile, nonchè appassionato (o malato) di montagna a 360°. faccio solo una precisazione su questo rifugio, già segnalata a suo tempo al Cai di competenza (Milano). Sicuramente la posizione invoglia, e anche lo scarso dislivello da percorrere….ma la maleducazione del gestore è tanta. Io ho accompagnato un gruppo di bambini, e abbiamo pernottato lì…..e sinceramente con questa gestione non ci torno più…in valle, ce ne sono altri: Ca Runcash, Ventina, Tartaglione, Cristina all’alpe Prabello. Molto più kids frendly di questo.
    Ciao, buone gite

    • Daniela
      AUTHOR

      Ciao Guido e grazie per questo tuo commento. Come sai, anche io sono accompagnatrice di AG e fa sempre piacere fare rete. Mi spiace per quello che mi dici anche perché il Rifugio si trova in una posizione così incantevole che davvero è un peccato venire a sapere certe cose. D’accordissimo con te sui rifugi citati. Addirittura, a conferma di quello che tu dici, al Ca’ Runcash siamo arrivati con pochi spiccioli pensando di pagare con la carta ma non avevano il pos. Senza nemmeno conoscerci ci voleva fare il conto dicendoci di andare a pagare in paese lasciando i soldi ad un amico dopo aver prelevato. Davvero una persona super gentile e disponibile tanto che ho consigliato a tante famiglie il Runcasch e mi hanno confermato che è di una gentilezza davvero unica. Stessa cosa per il Cristina e il Ventina. Il Tartaglione ancora mi manca ma lo farò presto. Per quel che concerne il concetto di Rifugi Amici dei bambini: al netto della segnalazione, in questo grande elenco io inserisco i rifugi anche come semplici destinazioni. Intendo dire che un rifugio amico dei bambini è un rifugio raggiungibile facilmente dalle famiglie. Spesso noi quando andiamo in montagna ci portiamo i panini perchè pranzare tutti in rifugio diventerebbe troppo caro. Salviamo così la destinazione che davvero merita e speriamo che le cose migliorino. Nel frattempo continua a seguirmi e se hai altre segnalazioni interessanti fammi sapere. La condivisione è anche questo! Un abbraccio e grazie ancora.
      Daniela

  • mario

    ciao, siamo andati anche noi a fare il giro del lago, con nostra figlia Giulia di 9 anni, passando per il rifugio, paesaggio bellissimo, spettacolare il ghiacciaio, divertenti i ponti su i torrenti che scendono dal ghiacciaio, dolce l’incontro con le capre e vitellini presso l’alpe Gembré, giornata da incorniciare, senza dimenticare l’imponente diga ad inizio percorso. Grazie per il suggerimento.

    • Daniela
      AUTHOR

      Ciao! Ma che meraviglia! Sono contenta che abbiate fatto quel giro e che dire…bravissima Giulia: il giro è bello lungo! Però come dici tu,merita davvero. La Valmalenco è un posto magico e l’Alpe Gembrè la porto nel cuore. Alla prossima escursione! Ciao!

  • Guido

    Brava Daniela!
    Noi ci siamo stati l’anno scorso con una banda di 10 bambini. Abbiamo pernottato e siamo scesi facendo il firo dall’alpe Gembrè, alla ricerca dei ponti spostati dalla forza delle acque.
    Un avventura….
    Ti segnalo, in valle, il rifugio Ventina e il rifugio Gerli e Porro, facilmente accessibili da Chiareggio e molto più family friendly….
    ci si vede sui sentieri!

    • Daniela
      AUTHOR

      Bello vedere che si sono altre famiglie che portano i bimbi in montagna! E chissà davvero che ci si trovi sui monti! Il Gerli Porro lo conosciamo: e pure la sua polenta!!!! hihihihi

    • mario

      ciao, siamo andati anche noi a fare il giro del lago, passando per il rifugio, paesaggio bellissimo, spettacolare il ghiacciaio, divertenti i ponti su i torrenti che scendono dal ghiacciaio, dolce l’incontro con le capre e vitellini presso l’alpe Gembré, giornata da incorniciare, senza dimenticare l’imponente diga ad inizio percorso. Grazie per il suggerimento.

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