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Russia

A MOCKBA, alla spensieratezza della gioventù e all’amore

MOCKBA…un pensiero lontano

La sento sempre la sua nostalgia. E quando le giornate cominciano come in questi giorni a farsi fredde davvero, è allora che il desiderio di partire si fa più forte.
Circa venti anni mi separano da questa città dove, inutile dirlo, ho lasciato il cuore. 
Viverla intensamente, abitarci per due mesi ed apprezzarla con la freschezza e la curiosità tipica della gioventù, ha certamente contribuito a lasciare un segno indelebile dentro di me…

E dire che restano davvero poche fotografie a testimonianza del mio passaggio.

Del resto non era come oggi scattare foto….decidevi prima di partire se investire nel rullino da 36 piuttosto che due da 24. E poi li centellinavi gli scatti e poi ti restava l’ansia dell’attesa di poterli vedere, la paura di aver sbagliato, di averla fatta mossa….magari quelle più importanti le scattavi due volte….per essere sicura.

Mosca, Piazza rossa

Ma più che le immagini sono le sensazioni
Per quelle non servono rullini. Per fortuna.

Le sensazioni restano per sempre e basta chiudere gli occhi per sentire il profumo di quel tè, il tschaj, sorseggiato dopo una passeggiata nella neve, con le guance rosso fuoco e che scottano. Un tè che impari a dolcificare non con zucchero ma con marmellate di frutti di bosco raccolti d’estate alla  datscha, la casa di campagna. Un tè che, se non hai trovato altro al mercato, sorseggi mangiando aringhe sotto sale. E sei felice. Maledettamente felice.

E poi chiudi ancora gli occhi e rivedi quegli sconfinati boschi di betulle. Tutte in fila, con i loro tronchi bianchissimi, tutte in fila come tante sentinelle.

Russia, bosco di betulle

E rivedi quelle cupole d’oro stagliarsi nel cielo grigio, una cornacchia vola libera nell’aria, ripete il suo verso e poi si posa sui rami spogli come un piccolo addobbo su un grande albero di Natale.

Misca, Russia


MOCKBA, una delle prime sigarette fumate di nascosto (e da chi se sei lontana almeno 3000 chilometri da casa???). Una sigaretta, ma bisognerebbe dire una papirosa, quelle cioè che fumi con i guanti e che hanno “la prolunga” per non bruciarli…. 

E poi qualche Vodka di troppo, ma anche gli acquisti sull’Arbat, una foto sulla Piazza Rossa, una visita al Cremlino, una puntatina al Monastero di Novodevichy, uno spettacolo al circo più famoso del mondo, la vista mozzafiato della città dalla Telebasnija ossia l’ascensore panoramico e un imperdibile balletto di Tschaikovskij. 

Ma anche un fax d’amore spedito dai magazzini GUM (e non c’era mica Whatsapp, eh???), 

 

Due mesi vissuti appieno, senza respiro, buttandosi a capo fitto in tante avventure – alcune delle quali avrei anche potuto risparmiarmi – e poi, arrivare alla fine, e non vedere l’ora di tornare perché c’è qualcuno che, promettendo di guardare la luna insieme a te ogni singola sera, ti aspetta a casa e non vede l’ora di riabbracciarti.

Ecco, quando le giornate cominciano a farsi fredde, io penso a quella luna e sogno di guardarla nel cielo di MOCKBA questa volta con te, con noi, perché due per tre, lo sai che fa cinque, vero?

DUEPERTREFACINQUE.IT
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Daniela

Moglie, Mamma di tre ragazze, insegnante, amante dei viaggi avventura on the road. Montagna, oudoor e tutto il bello che c'è nell'andare alla scoperta di luoghi nascosti

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2 COMMENTS

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    Valentina M.

    Che bello 🙂 io penso spesso a Tallinn in Estonia quando fa freddo. Ho abitato lassù per un po' e quei luoghi gelidi mi ricordano l'inverno 🙂

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    daniela scerri

    Valentina, il gelido inverno in quei luoghi ha un sapore magico, non credi? Un abbraccio!

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