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Emigranti per un giorno

Varco la porta dell’asilo e chiacchiero con lei
Lo faccio spesso. Quando la vedo da lontano corro per raggiungerla. Mi piace parlare con lei.
Una mamma come me. 
Una mamma che alle quattro esce di casa, va a prendere la sua bambina. Ne ha cinque lei di figlie. Andrà a casa e preparerà come me la merenda per loro. E poi magari, se fa bello, le porterà al parco, a giocare. 
Se fa brutto…no. 
Tutti in casa ad aspettare che arrivi sera ingannando il tempo con giochi, disegni e magari un po’ di televisione.
Mamme
Stessa vita. 
Gli stessi colloqui a scuola, con le stesse maestre.
Stessi sogni per i propri figli, stesse paure.
 
Mamme
 
All’armadietto dei vestiti scambiamo quattro parole mentre togliamo i grembiulini alle nostre bambine.
La guardo. E’ molto bella. Studio il suo volto. 
Il velo che indossa mi permette di osservare totalmente il suo viso senza che questo sia offuscato dai capelli.
Un velo a volte nero, a volte viola che dalla testa le arriva sino ai piedi. Una sorta di gran camicione. Non sarei in grado di darle un’età. Ma la sua espressione è fresca, non ci sono rughe sulla sua fronte. E’ sicuramente più giovane di me.
 
Che belle le tue bambine, le dico.
E’ perchè mangiano…..sta per rispondermi ma non le vengono le parole. Da noi, in Kosovo si dice…e mi pronuncia la parola nella sua lingua. Interviene la figlia e mi fa capire che si tratta di una colazione particolare, a base di grano e miele…
 
Quanta strada avranno fatto per arrivare sin qui, mi chiedo spesso. 
E chissà chi e cosa avranno lasciato. Amici, parenti, una casa, gli affetti, la sicurezza delle tradizioni di casa.
 
E qui? Saranno stati accettati subito o qualcuno li avrà guardati storto?
Ricordo perfettamente quando quel giorno mi ha detto: E’ questo che fa tanta paura – indicando il velo – e non fa invitare le mie bambine alle feste…
 
Lasciare il proprio paese in cerca di fortuna. Abbandonare tutto e partire…
Non è sempre facile far capire ai nostri figli la fatica di vivere in un paese straniero.
La fatica di non trovare al supermercato “le cose di casa”. 
Il desiderio di poterle avere comunque e quindi l’idea di metterle tutte nella valigia per poterle assaporare anche in terra straniera.
 
Eppure lo hanno fatto anche gli italiani….
– Come mamma, gli italiani???
– Certo. Tanti italiani in passato hanno lasciato la loro casa in cerca di fortuna ed hanno subìto le stesse sorti di alcuni vostri compagni di scuola. 
Stesse paure, stesse discriminazioni. Stesse incomprensioni.
 
Difficile da spiegare. 
Difficile se non toccando con mano questa realtà magari imbarcandosi su una nave per andare lontano in cerca di fortuna trasformandosi in emigranti per un giorno…
 
Ci troviamo al Galata Museo del mare di Genova. Un museo che, partendo da Cristoforo Colombo sino ad arrivare ai giorni nostri, racconta le storie e le avventure del mare.
Il terzo piano del museo, in modo particolare, è dedicato alla storia dell’emigrazione italiana. Attraverso una ricostruzione suggestiva dei luoghi degli emigranti si ripercorre un viaggio storico che, per la minuziosa cura degli allestimenti, ci ha davvero colpiti.
 
E così siamo partiti anche noi. 
Con la nostra valigia di cartone, come allora: dentro tutte le speranze e qualche lacrima a metà strada tra la gola e gli occhi

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Non prima di aver aver ricevuto, all’entrata del percorso al museo, il nostro passaporto senza il quale un emigrante non può di certo partire.

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Attendiamo alla biglietteria con pazienza ed infine ritiriamo la carta d’imbarco grazie alla quale lasceremo Genova e partiremo verso una nuova vita.

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Non sempre però tutto va per il verso giusto.
Una voce narrante ci accompagna e ci racconta che a quei tempi poteva succedere di tutto: una tempesta o un’avaria potevano rallentare l’arrivo della nave al porto di Genova, motivo per il quale gli emigranti erano costretti a trovare un alloggio di fortuna: dai frati, dalle suore o nelle locande che, pur di guadagnare, riuscivano a stipare le persone anche nei sottoscala…..

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Ma dopo giorni di attesa incerta, finalmente, si può partire.
Attraverso uno schermo interattivo inseriamo il nostro passaporto nella fessura e dialoghiamo con la polizia della dogana….

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Dopo aver controllato le nostre generalità il controllore ci dà il suo benestare. Finalmente possiamo salpare!
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Entriamo nel ventre della nave. Sentiamo i suoi rumori, ascoltiamo le onde infrangersi contro di essa, sistemiamo le valigie ed iniziamo il nostro viaggio con tanto entusiasmo.

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Osserviamo da vicino le cuccette di terza classe. Possiamo anche sederci ed ascoltare, attraverso dei piccoli altoparlanti, le storie degli emigranti. Si tratta di giovani madri con figli al seguito, intere famiglie, monache in partenza per la missione, uomini d’affari e disperati in cerca di un futuro migliore…

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Ogni dettaglio è curato nella ricostruzione degli ambienti: ci sono le  latrine ed i lavandini dove ci si lavava. C’è persino una tinozza dove le madri lavavano i bambini…

Da un oblò si osserva il mare un po’ frastornati dai rumori dei motori….
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Uno sguardo agli ultimi dettagli delle camerate e poi ci spostiamo nel refettorio.
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E’ qui che gli emigranti, tutti ammassati, consumavano i loro pasti durante la traversata. Alcune immagini dell’epoca e la fedele ricostruzione dell’ambiente ci aiutano a capire le condizioni in cui queste persone viaggiavano e il tipo di trattamento a loro riservato.
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Saliamo poi ai piani alti ed osserviamo le differenze con una cabina di prima classe. Che pulizia, che ordine, che luce e che lusso!

Galata Museo

Il viaggio all’interno della nave continua passando in rassegna ambienti come l’infermeria, o la cabina dell’ufficiale di comando. 
Qui è possibile consultare il registro di bordo e controllare se il nostro passaporto è stato registrato. In caso contrario, stiamo viaggiando come clandestini.

Dopo giorni e giorni di navigazione si arriva alla destinazione.
San Paolo in Brasile, Buenos Aires in Argentina o Ellis Island la porta dell’America.
Lasciamo dunque il piroscafo e cerchiamo di superare l’ultimo ostacolo prima di avviarci verso la nostra nuova vita.

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Apprendiamo che prima di arrivare alla dogana in America, gli emigranti dovevano superare una prova che verificava il loro grado di alfabetizzazione. Tentiamo anche noi l’esame e lo superiamo.
Superiamo anche tutti gli esami medici (pidocchi, parassiti ed affini) e arriviamo con trepidazione al verdetto finale.

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Davanti a noi due ufficiali che, in lingua inglese, ci pongono delle domande relative al nostro passato ed alle ragioni del nostro viaggio.
Ci chiedono se abbiamo qualcuno che ci accoglie, che orientamento politico abbiamo, che lavoro facciamo…
Le domande prevedono tre opzioni di risposte diverse alle quali siamo chiamati a rispondere pigiando un bottone.

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E dopo aver risposto a tutto il questionario ci invitano a sederci e ad attendere. 
Ubbidiamo e poi, come molte volte accadeva, il terribile verdetto che mandava in fumo sogni e speranze dopo un viaggio lungo e terribile…

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Colgo al volo –  immortalandola – l’espressione di mia figlia alla quale dico: non puoi entrare in America, fai un’espressione triste…

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Seduti sulla panchina, sconsolati e disperati (per gioco), stremati dal viaggio (per gioco) e senza un futuro (per gioco), terminiamo la nostra visita. 
Da una parte, sapere che stiamo giocando ci solleva. 
Dall’altra questa cosa ci fa riflettere. Ci fa capire che giocando abbiamo sperimentato le sensazioni dei nostri nonni immedesimandoci, senza quasi accorgerci fino alla fine, nelle loro difficoltà, nelle loro paure, nei loro sogni.


…e magari, domani, con quell’amica che si porta sempre quella merenda strana, da scuola  ci usciremo tenendola per mano e raccontando che su una nave abbiamo scoperto – per gioco -che la vita è difficile ma che l’accoglienza, molto spesso rende tutto più facile….


Galata Museo del mare: Informazioni pratiche

Il Galata, Museo del Mare  si trova a Genova. Si tratta de più grande museo marittimo del Mediterraneo. 
Disposto su tre piani racconta attraverso percorsi interattivi la storia del mare.
Per informazioni su costi ed orari potete cliccare qui.
L’ingresso al Galata Museo del Mare è compreso anche nel pacchetto Acquario Village. Per informazioni su questa offerta potete cliccare qui.

E dopo averlo visitato vi raccomandiamo di non andare via senza aver goduto della vista della città di Genova dalla sua stupenda terrazza panoramica Mirador.

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Galata Museo

 

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Daniela

Moglie, Mamma di tre ragazze, insegnante, amante dei viaggi avventura on the road. Montagna, oudoor e tutto il bello che c'è nell'andare alla scoperta di luoghi nascosti

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