Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutte a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un’ampia costiera dall’altra parte (…). La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l’uno detto di san Martino, l’altro, con voce lombarda, il Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talchè non è chi, al primo vederlo, purchè sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune.
I Promessi Sposi – Capitolo I
Il Monte Resegone è una delle cose belle della nostra Lombardia. Con il suo inconfondibile profilo a denti di sega non passa inosservato, la conformazione della sua parte alta tanto ricorda tanto le Dolomiti e per lui pure il Manzoni si è scomodato scrivendo I Promessi Sposi. Per chi abita nel lecchese, il Resegone è un simbolo e un vanto. Fa parte di noi, della nostra storia e della nostra vita. Delle nostre fredde mattine d’inverno ma anche delle giornate terse di sole. Dei giorni di nuvoloni, di quelli di neve e di quelli primaverili quando la bella stagione arriva e chiama alla montagna in modo forte e prepotente. Sbalorditiva la sua forma che quasi pare bidimensionale, si staglia nel cielo e ti avvisa giungendo da Milano, che sei quasi arrivato, che ti sei lasciato alle spalle la città e stai per arrivare in paradiso.
Gli appassionati della montagna in Lombardia non mancano di salire in vetta regolarmente, gli amanti del camminare, almeno una volta nella vita ci sono stati. E così, di generazione in generazione, si raggiunge il rifugio Azzoni, dall’inconfondibile colore rosso – appollaiato su uno sperone – e subito dopo la Punta Cermenati – la vetta – per rendere omaggio al Resegun e alla vista mozzafiato che da lassù si può ammirare.
Siamo saliti in vetta al Resegone in una giornata limpida di sole in uno degli ultimi giorni dell’anno. Niente neve, tanto vento a spazzare le nubi e tiepidi temperature decisamente anomale per quel periodo dell’anno. Siamo saliti con Matilde, 7 anni. Una ascesa indimenticabile per lei. Ma anche per noi guardando il suo sguardo fiero per l’impresa compiuta.
Un’esperienza sicuramente di spessore, non adatta a tutti ma non impossibile per un bambino. Una grande soddisfazione, un grande orgoglio e felicità a mille per essere arrivati sotto la grande croce.
I contenuti di questo articolo:
Monte Resegone con bambini: come raggiungere la vetta
A seconda del versante dal quale si raggiunge il Resegone, si troveranno sentieri facili, altri più complicati e alcune vie ferrate. Dal versante bergamasco i sentieri sono più dolci, dal versante lecchese, più impegnativi, più selvaggi e ripidi. Per poter camminare con Matilde senza pericoli, abbiamo raggiunto il Rifugio Azzoni partendo dalla strada Fuipiano – Brumano, in provincia di Bergamo.
Il sentiero, pur avendo un dislivello di un certo rilievo, non presenta alcuna difficoltà ed è entusiasmante per un bambino. Si passa attraverso boschi fitti e passaggi scavati nella roccia da affrontare percorrendo i gradoni nella pietra aggrappandosi di tanto in tanto alle radici che – come un corrimano naturale – aiutano nel cammino quando la pendenza si fa accentuata.
Superato il tratto di bosco piuttosto ripido, già si intravede la grande croce della vetta che resterà visibile per tutta la parte del ghiaione prima di raggiungere il Rifugio Azzoni.
Passo dopo passo, affrontando alcuni tratti che tolgono un po’ il respiro per la pendenza accentuata, si raggiunge la cresta del Resegone dalla quale potrete osservare la parte bergamasca e quella lecchese a seconda di dove volgerete lo sguardo.
E’ questo forse il punto più pericoloso dell’escursione. Trovandovi a camminare in cresta, avrete da una parte e dall’altra il “vuoto”: tenete i bambini per mano considerato anche il fatto che sarete esposti all’azione dei venti che provengono da entrambe le parti. Detto questo, nei punti meno pericolosi, lasciate anche la possibilità ai bambini di esplorare e di vivere in prima persona questa grande conquista. Sarà meraviglioso!
Resegone con bambini: cosa fare in vetta
- Rifocillarvi al rifugio Azzoni
Inconfondibile per il suo colore rosso, nelle giornate limpide (per chi sa dove si trova lungo il profilo del Resegone) lo si può intravedere e riconoscere. Appollaiato a quota 1860 mt in posizione privilegiata per osservare entrambi i versanti, accoglie con calore gli escursionisti in arrivo dopo l’escursione. Noi abbiamo pranzato in rifugio. Ottimo cibo (polenta, arrosto e patate), ottima accoglienza ed un occhio di amorevole riguardo per Matilde alla quale, la fetta di torta, è stata gentilmente offerta dalla casa.
- Raggiungere la croce della vetta
La vetta del Resegone, la Punta Cermenati, si trova poco più sopra del Rifugio Azzoni. Una breve scala in cemento vi porterà in vetta senza aggiungere troppa fatica a quella che avete affrontato sino ad ora. Raggiungete il punto più alto del Resegone e restate in contemplazione. Una rosa dei venti vi aiuterà a riconoscere le cime. Alzate lo sguardo e godete dell’imponenza delle montagne. Abbassate gli occhi ed ammirate la città, il lago di Lecco ed il panorama mozzafiato.
Monte Resegone con bambini: info tecniche
Salire sul Monte Resegone con bambini non è un’ impresa impossibile ma sicuramente non è per tutti.
Non si tratta infatti di una semplice passeggiata in montagna ma di una vera e propria escursione un po’ impegnativa. Di per sé il sentiero non presenta alcuna difficoltà e solo l’ultima parte richiede un po’ più di attenzione ma è necessaria un po’ di attitudine al cammino.
Il dislivello, a seconda del sentiero che si intraprende è comunque sempre considerevole e richiede che i bambini siano allenati e sappiano andare in montagna. Qui di seguito vi riportiamo le vie più semplici in termini di difficoltà (ossia che non prevedono vie ferrate o punti esposti) e che, nonostante lo sforzo richiesto, vi permetteranno di raggiungere il Monte Resegone con bambini.
Monte Resegone con bambini: le vie più facili per raggiungere la vetta con loro
Non conosciamo tutti i sentieri possibili e non li abbiamo nemmeno sperimentati quindi vi daremo solo qualche indicazione utile sulla base della nostra esperienza o sulla base di quello che ci hanno detto.
Sicuramente esistono altri sentieri fattibili ma dal momento che non abbiamo informazioni sufficienti, ci limiteremo a scrivere ciò che sappiamo.
Se non ci siete mai stati e volete portare i vostri bambini, vi consigliamo prima di andare voi e verificare di persona se il sentiero può essere affrontato dai vostri figli. La montagna è bella ma non si scherza!!
- Dalla Strada Fiupiano – Brumano (BG) . E’ il sentiero che abbiamo percorso noi ed è il 14 + 17 .
Dislivello: 730 mt. Tempo di percorrenza : 2 ore (soggettivo).
- Da Morterone (LC). Famoso per essere il comune più piccolo d’Italia, anche da qui parte un sentiero che, nonostante il dislivello considerevole, può essere proposto ai bambini. Si tratta del sentiero n.16.
Dislivello: 850 mt. Tempo di percorrenza: 2 ore (soggettivo)
- Dai Piani d’Erna. In questo caso vi potrete risparmiare il dislivello prendendo la funivia guadagnando così un po’ di quota. Seguendo il sentiero n,5 arriverete al Passo del Fo sino all’attacco della ferrata del Centenario. La ferrata è considerata una via facile ma ovviamente saranno necessari caschetto, imbraco e tutto quanto necessario per salire in sicurezza. La via ferrata è consigliata solo a bambini già grandi e con l’attitudine a questo modo di affrontare la montagna. In alternativa, sempre prendendo la funivia, potrete poi prendere il sentiero N.1 che vi porterà alla vetta senza dover affrontare la via ferrata.
Dislivello: circa 650 metri. Tempo di percorrenza 2 ore (soggettivo)
4 COMMENTS
Pietro Antonio
2 anni agoCiao leggevo il tuo racconto e vorremmo farlo ti chiedo se è fattibile parcheggiare il camper nei pressi della partenza grazie
Daniela
2 anni ago AUTHORCiao Pietro! Dalla parte bergamasca temo proprio di no. Abbiamo parcheggiato a bordo strada ed era stretta. In alternativa secondo me potresti provare a salire dal lato lecchese lasciando il camper alla funivia dei Piani d’Erna. Sali il primo tratto in funivia e ti sconti buona parte del dislivello e poi prendi il sentiero N.1 per la vetta! Magari fai un colpo di telefono alla funivia per chiedere se puoi lasciare il mezzo e sostare lì! Buon divertimento!
Marco
4 anni agoCiao a tutti.
La ferrata del Centenario, sebbene classificata “facile”, in realtà è piuttosto impegnativa, con diversi tratti esposti. La parte che può incutere più timore al neofita è proprio quella iniziale, in cui una parete verticale di una decina di metri può essere superata con l’uso di una serie piuttosto fitta di staffe a C conficcate nella roccia. Cavi inguainati e catene sono presenti un po’ ovunque, ma alcuni passaggi richiedono un minimo di tecnica.
Tutto questo per dire che sconsiglio vivamente di affrontare questa ferrata con bambini. Una valida alternativa è percorrere il sentiero del caminetto (chiamato anche buco della Carlotta), che corre parallelamente alla ferrata del Centenario (guardando la parete, si trova sulla destra della ferrata) e giunge nello stesso punto, in località Pian Serrada. Si tratta di un sentiero attrezzato piuttosto divertente e percorribile anche da bambini ed escursionisti poco esperti che si imbocca dal prato del Passo del Fò, come la ferrata del Centenario, ma andando a destra anziché a sinistra. Sebbene non si tratti di una vera e propria ferrata, il set da ferrata ed il caschetto sono comunque consigliati (soprattutto in presenza di bambini)
Daniela
4 anni ago AUTHORBuongiorno. Noi abbiamo percorso questa ferrata proprio con nostra figlia piccola, segno del fatto che non è impossibile. AL di là di ciò sarebbe più corretto affermare che chi non è in grado di percorrere ferrate (ma tanto meno sentieri attrezzati come il caminetto che lei indica) non si deve avventurare. Lo può fare affidandosi alle guide alpine che sapranno valutare in base alle attitudini dei bambini se i percorsi li possono affrontare o meno. Dire a priori che la ferrata del Centernario non va percorsa con i bambini non mi trova d’accordo. Comunque l’articolo parla chiaro: “La via ferrata è consigliata solo a bambini già grandi e con l’attitudine a questo modo di affrontare la montagna.” Non si parla di neofiti.